





Riccione
Attico Oriani, 2005
La casa deve essere la perfetta fusione tra corpo e spirito, il desiderio recondito, reso tangibile dalla struttura, di chi la vive. Il progetto dell’attico è un grande “doppio volume” polifunzionale: è casa, studio, luogo per accogliere gli amici, attento alle esigenze di chi la vive e di chi ci passa solo qualche ora. L’ingresso avviene direttamente all’interno con l’ascensore o attraverso una scala ellittica dal piano sottostante: si approda così ad una ampia “piazza-soggiorno” in cui incontrarsi, cerniera tra tutti gli spazi della casa.Ai lati le grandi vetrate inondano di luce naturale l’ambiente ininterrotto. La cucina è un luogo caldo e funzionale, da cui si entra in comunicazione anche con le ampie terrazze laterali; queste sono delimitate da fioriere che ne fanno un giardino sospeso.
Sovrasta l’ambiente l’ampio soppalco aperto su due lati, che come il ponte di una nave attraversa il soggiorno e da cui ci si può sporgere per “prendere aria”; vi si accede dalla scala che al primo sguardo appare come “sospesa”, morbida e flessuosa , sorretta da sottili cavi d’acciaio .
La copertura di un edificio, dice Mario Botta è il “momento più emozionante della fase cantieristica”: la struttura aperta al mondo mette il “cappello” e si chiude in sé, passando dalla verità effimera della luce naturale a quella più “ideale” della luce indiretta, schermata, ricercata.
L’esclusiva localizzazione dell’attico comporta il rapporto con il mondo reale visto dall’alto e col mondo del cielo visto dal basso, in una collocazione di suggestiva sospensione. Questa sensazione appare enfatizzata dalla scelta formale della volta a botte, che si può leggere come raffigurazione simbolica della Natura (il ventre caldo della Nascita, la carena abbandonata di una imbarcazione sospinta dal mare vicino).
I materiali utilizzati sono il legno lamellare per la copertura, l’acciaio per il solaio del soppalco e la scala, la pietra grigia per i pavimenti, il cartongesso a finitura graffiata per le partizioni interne.